La scomparsa di Ugo Berga lascia in noi e alla nostra sezione Anpi un vuoto incolmabile. Il dolore che ci ha colpito è difficile da descrivere a parole perché, per noi, Ugo è stato una colonna fondamentale del nostro crescere, dentro e fuori la piccola sezione.
Sappiamo che il percorso di ognuno di noi, su questa terra, ha una dimensione finita ma speravamo tanto di poter fare ancora un pezzo di strada insieme.
Ugo ci ha dato in ogni momento della sua vita un gigantesco sostegno, senza mai risparmiarsi e accompagnandoci sempre con un sorriso e con una cortesia rari e preziosi.
Ugo Berga era nato il 24 gennaio 1922 a Torino da famiglia di origine ebraica. Lui non fu mai osservante anche perché cresciuto tra i Montagnana, a Borgo San Paolo, famiglia prima socialista e poi comunista, legata profondamente al movimento operaio. I discorsi che si facevano in casa erano naturalmente antifascisti e la speranza era sempre quella della caduta del fascismo.
Le leggi razziali lo costrinsero a lasciare la scuola, anche se riuscì a conseguire l’esame di abilitazione magistrale come privatista. Nel 1942 fu precettato ad eseguire una serie di lavori pesanti finché non sfollò con la sua famiglia a San Giorio di Susa, dove il padre aveva una piccola casa.
Si unì alla Resistenza valsusina fin dalle prime ore, aggregandosi a un gruppo di alpini di Susa che si erano accampati nei boschi dopo l’8 settembre. Membro ufficiale del partito comunista fin dalla prima ora (anche se il partito era ancora clandestino), con il formarsi delle brigate divenne commissario politico della 106esima Brigata Garibaldi, che operava sull’Inverso della valle di Susa nella zona sopra San Giorio e Bussoleno. Fu presente nei momenti storici della Resistenza valsusina, tra cui il giuramento della Garda, l’8 dicembre 1943.
Al termine della guerra, come dipendente delle Ferrovie è stato attivo nella Cgil. Ha poi proseguito il suo operato nel sindacato, lo Spi Cgil, dopo la pensione per circa 15 anni.
Del suo apporto nell’Anpi è difficile sintetizzarne i tratti principali perché Ugo è stato sempre attivo, sempre presente alle molteplici commemorazioni ufficiali, sempre disponibile a concedere interviste così come a partecipare a dibattiti e a rispondere alle tante domande di ogni tipo di platea, soprattutto quella (che lui prediligeva) di bambini e ragazzi.
Quando è nata la lotta del Movimento No Tav in valle di Susa, lui ne ha subito sposato la causa. Come noi, sosteneva che il metodo con cui l’opera è stata imposta agli abitanti della valle di Susa non avesse alcunché di democratico. Finché il suo fisico glielo ha permesso ha partecipato a tutte le manifestazioni indette dal Movimento, portando la bandiera della sezione Anpi con sé.
Della necessità di saper attualizzare il messaggio che la Resistenza partigiana aveva lasciato alle nuove generazioni era profondamente convinto, così come era attivo nel portare la Memoria di ciò che è stato perché il fascismo non accadesse nuovamente in futuro.
Ugo aveva un carattere riservato anche se amava tantissimo stare in mezzo ai giovani. Amava lo humor (tanto che ha anche scritto un libro “Barzellette del Ventennio e dintorni”) ed era sempre di buonumore.
Solo nell’ultimo periodo, quando la vista lo aveva un po’ abbandonato, lo abbiamo visto un po’ stanco e appena più opaco. Per noi è stato un grande maestro, così come lo è stato Giovanni Peirolo, che adesso raggiungerà sulla cima delle nostre montagne, dove per sempre fischierà il vento.
Fa buon viaggio Ugo. Il tuo insegnamento sarà sempre parte di noi.