L’A.N.P.I. ha il dovere di schierarsi:
- contro la violenza, ma ciò non significa confondere aggressori e aggrediti, e soprattutto non significa cadere nella trappola della solidarietà strumentale agli aggressori e alla loro corte;
- contro la militarizzazione del territorio della Val Susa e i metodi autoritari, violenti e intimidatori impiegati dalle istituzioni e dalle forze dell'ordine per reprimere il legittimo dissenso dei valsusini, mediante la sospensione della democrazia e dei diritti sanciti nella Costituzione;
- contro le scelte e le posizioni autoritarie e violente di chi sostiene la repressione dei movimenti antifascisti in lotta per i diritti civili e sociali, definendoli "eversivi" e "terroristi", per proseguire a garantire privilegi e profitti ai potenti. Ci opporremo sempre a tutti coloro che - spesso appartenenti al PD - vorrebbero trasformare l’A.N.P.I. in una costola del loro partito, strumentalizzando l’A.N.P.I. per poter legittimare davanti all’opinione pubblica le scelte autoritarie e incostituzionali del proprio partito.
Non tollereremo più alcuna ingerenza da parte delle forze politiche nei confronti dell’A.N.P.I., men che meno da chi si ostina a definirsi antifascista contraddicendosi sia nelle scelte politiche del proprio partito e sia nel rapporto autoritario e strumentale attuato all’interno della nostra Associazione. Noi dell'A.N.P.I. rinnoviamo l'impegno antifascista e ci schieriamo pubblicamente al fianco di tutti coloro che oggi, al netto di impropri parallelismi e assurdi richiami al terrorismo, lottano con lo spirito della Guerra di Liberazione per la concreta realizzazione di una società altra e possibile.
Direttivo Sezione A.N.P.I. "G. Peirolo - F. Ferrario" Bussoleno - Foresto – Chianocco (TO) Comitato di Sezione A.N.P.I. "G. Perotti MAVM - A. Appendino" di Torino, Nizza Lingotto (TO) Comitato di Sezione A.N.P.I. “68 Martiri” Grugliasco (TO)
DOCUMENTO INTEGRALE A.N.P.I.
L’A.N.P.I. contro la violenza, l’autoritarismo e l’ingerenza strumentale dei partiti Sempre a fianco di chi lotta per la Costituzione
“Un nuovo fascismo strisciante e insieme sfacciato è stato sdoganato in Italia dai troppi silenzi, dai troppi interessi particolari che hanno accecato chi in Parlamento avrebbe dovuto erigere una diga invalicabile alla svendita della nostra democrazia al potere del denaro e del mezzo televisivo con il quale si ottiene questo consenso ottuso. Oggi come allora questa nuova dittatura morbida ci impone di sentirci più che mai uniti, più che mai arrabbiati e decisi a vincere ancora, uomini e donne, vecchi e giovani, strappando la maschera a tutti coloro che sognano di farci ridiventare sudditi e non più cittadini, così come abbiamo affermato nella nostra Costituzione repubblicana. Lottiamo insieme contro questa mostruosa connivenza, combattiamo l'opportunismo e la resa, ritrovando la nostra capacità di agire con ogni mezzo, in nome dei tanti nostri caduti, portando avanti il loro e il nostro ideale di giustizia e libertà." [Teresa Mattei, Partigiana e Costituente]
“L’ANPI ha lo scopo di: battersi affinché i princìpi informatori della Guerra di Liberazione divengano elementi essenziali nella formazione delle giovani generazioni; concorrere alla piena attuazione nelle leggi e nel costume, della Costituzione italiana, frutto della Guerra di Liberazione, in assoluta fedeltà allo spirito che ne ha dettato gli articoli; dare aiuto e appoggio a tutti coloro che si battono, singolarmente o in associazioni, per quei valori di libertà e di democrazia che sono stati fondamento della guerra partigiana e in essa hanno trovato la loro più alta espressione”. [Statuto Nazionale ANPI, art. 2, lettere i, l, m]
Compagne e compagni,
È ormai evidente che l'A.N.P.I. – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Ente Morale dal 1945, deve resistere non solo dagli attacchi esterni dei suoi nemici storici, ma anche dagli attacchi interni della sua componente conservatrice e governativa. Il rischio consiste nel diventare sempre più ostaggio - cioè strumento - nelle mani di coloro, spesso appartenenti al PD, che vorrebbero criminalizzare e spazzare via chiunque non la pensi come loro, una provocazione inaccettabile, di natura politico-repressiva, che ripropone il modus operandi della dolorosa esperienza storica cui ha posto fine la Resistenza delle donne e degli uomini che nel 1943-1945 scelsero di unirsi ed organizzarsi per lottare e costruire un futuro migliore.
Vogliamo essere chiari e diretti: se alcune forze politiche o loro componenti hanno intenzione di “militarizzare” l'A.N.P.I. con i propri soldati della politica, così come altri soldati hanno militarizzato la Val di Susa, sappiano che ci opporremo sempre a tutti coloro che vorrebbero trasformare l’A.N.P.I. in una costola della loro forza politica di riferimento, magari strumentalizzando l’A.N.P.I. per poter legittimare davanti all’opinione pubblica le scelte autoritarie e incostituzionali del proprio partito.
La misura è ormai colma. Noi non tollereremo più alcuna ingerenza e alcuna strumentalizzazione, da parte delle forze politiche e a qualunque livello, nei confronti della nostra Associazione, men che meno da chi si ostina a definirsi antifascista contraddicendosi sia nelle scelte politiche del proprio partito e sia nel rapporto autoritario e strumentale attuato all’interno della nostra Associazione: per questo motivo muoveremo una battaglia culturale in ogni sede e in ogni contesto contro le scelte e le posizioni di chi sostiene la repressione dei movimenti antifascisti in lotta per i diritti civili e sociali, definendoli "eversivi" e "terroristi", per proseguire a garantire privilegi e profitti ai potenti.
Il Movimento NO TAV non è né terrorista, né eversivo, queste sono le stesse accuse che hanno subìto alcune compagne e compagni della Sezione A.N.P.I. di Bussoleno nell'estate del 2013, un accanimento giudiziario e poliziesco che accusandoli di “eversione” e “terrorismo” ha dato mandato alle forze dell’ordine di sequestrare i loro indumenti con i simboli antifascisti dell’A.N.P.I., inclusi i foulard rossi della 42° Brigata d'Assalto Garibaldi “Walter Fontan”.
Adesso basta! L’A.N.P.I. non cadrà nella trappola della "strategia della tensione", progettata e costruita dai poteri forti, per distruggere ogni alternativa al loro dominio e ogni ostacolo al loro desiderio di profitto.
Possiamo essere ignorati, derisi, controllati, spiati, repressi, emarginati, arrestati, ma i simboli di vita, libertà, giustizia, fratellanza, pace e dignità che portiamo sui foulard dell'A.N.P.I. e nella militanza quotidiana – anche nel Movimento NO TAV - non possono essere cancellati: perché i simboli della Resistenza antifascista rappresentano un'idea universale che combina memoria del passato, guida del presente e progetto di futuro. Questa è la sintesi della nostra Costituzione: uniti nella diversità, verso obiettivi comuni e sulla base di valori imprescindibili.
I mandanti di tale attacco alla libertà personale e associativa stanno tentando di recidere le radici storiche del ribellismo di una vallata che si è sempre opposta ai tanti, troppi colpi del potere costituito contro il suo ecosistema sociale e naturale; una vallata che sa ribellarsi praticando la democrazia diretta, la partecipazione popolare e la lotta nonviolenta; una vallata che si ribella senza contrapporsi alle istituzioni in quanto tali ma includendole nella sua lotta. Coloro che hanno deciso, eseguito e giustificato questa aggressione hanno voluto colpire un punto di riferimento importante per il territorio e la popolazione, un gruppo di persone che lavora per tramandare e rafforzare il legame ideale e materiale che la Val Susa ha con il proprio passato, uomini e donne che insieme e per gli altri hanno scelto di unirsi, organizzarsi e lottare perché credono che solo ricordando e perpetuando questo legame è possibile costruire un futuro migliore.
Ci ricordiamo di coloro che definivano “ribelli” e "terroristi" i Partigiani e le Partigiane: erano quegli stessi che riempivano le prigioni, le sale di tortura, i campi di concentramento e i forni crematori con gli oppositori politici e le persone ritenute di razza inferiore, cioè chi in quanto diverso era considerato pericoloso e perciò perseguitato per quello che faceva, quello che pensava e quello che era: un nemico, dunque qualcuno da combattere ed eliminare, cancellandolo dalla storia.
Non appartengono al Movimento NO TAV presunti pedinamenti di giornalisti dal dubbio valore civile e morale, o bottiglie con sostanze infiammabili sui pianerottoli di parlamentari che stanno portando la Repubblica alla deriva (economica, civile, morale, istituzionale). È consuetudine ormai addossare ai militanti NO TAV colpe non loro, piuttosto che indagare a fondo sui singoli episodi, riguardanti addirittura persone che tra l’altro, da quanto loro riportato, vivono sotto scorta. Esiste poi una stampa alle dipendenze dei poteri forti che getta continuamente discredito e pratica disinformazione su tutto ciò che riguarda il Movimento NO TAV. Non è forse un caso che l’informazione italiana non sia fra le prime 50 del mondo.
Di certo non si preoccupino i compagni e le compagne della Presidenza del Comitato ANPI Provinciale di Torino: se e quando vedremo terrorismo e atti di terrorismo, li denunceremo così come già facciamo da anni contro la macchina militare, diffamatoria e inquisitoria che si muove contro la Valle di Susa e i suoi abitanti.
Chi sta promuovendo l'attacco agli antifascisti che nell'A.N.P.I. non si piegano alle ingerenze del PD? Violento è chi pratica violenza quotidiana servendosi delle istituzioni per fini personali, usando il potere derivante da responsabilità pubbliche, elettive e temporanee per il raggiungimento di interessi privati. I violenti sono coloro che usano la violenza - diretta e indiretta, individuale e strutturata - come sistema di relazioni sociali e politiche, calpestando i diritti di tutti.
I violenti sono gli stessi che, con ruoli istituzionali e a vari livelli, hanno attaccato la Sezione A.N.P.I. Nizza Lingotto della IX Circoscrizione di Torino, approvando un vergognoso ordine del giorno di matrice revisionista, reazionaria e antipartigiana; che hanno voluto e conducono la militarizzazione della Val di Susa; che comandano le forze dell’ordine autorizzandole ad aprire il fuoco sui migranti che scappano dalla guerra e dalla povertà; che perseguono la secessione di ampie zone dell’Italia dal resto della Repubblica; che approvano leggi contrarie alla Costituzione, come ad esempio quelle che hanno consentito la guerra in Afghanistan, in Iraq, in Libia; che decidono i finanziamenti pubblici per le scuole non statali, demolendo il diritto allo studio attraverso la cancellazione progressiva di borse di studio, posti letto per studenti fuori sede, reprimendo i movimenti studenteschi; che compiono la demolizione dei diritti civili e dei lavoratori, che genera precarietà e suscita insicurezza (come l'articolo 18 della Legge 300/70); che continuano la devastazione del paesaggio e la cementificazione, che causano frequenti e disastrose catastrofi ambientali; che pianificano la sistematica subordinazione dei servizi pubblici locali alle logiche del mercato (privatizzazioni, a partire dall'acqua, in aperta violazione della sovranità popolare dei referendum del 12 e 13 giugno 2011); che concedono il riconoscimento da parte della Repubblica ai nazifascisti uccisi sul confine orientale durante la Guerra di Liberazione 1943-1945, definendoli "vittime" e "martiri" con la Legge 92/04; che operano lo stravolgimento dell'articolo 81 della Costituzione, introducendovi l’obbligo del pareggio di bilancio, senza neppure sottoporlo al giudizio sovrano del popolo tramite referendum; che creano i CPT/CIE per immigrati, moderne forme di campi di concentramento dove si viene rinchiusi a causa di ciò che si è anziché per le proprie azioni; che reprimono e criminalizzano ogni lotta sociale e ogni movimento spontaneo di rivendicazione dei diritti e della dignità umana, come i comitati per l’emergenza sfratti e il diritto all’abitare; che impoveriscono la cultura e la formazione dei cittadini, strumento di pace, in favore delle spese militari e dei mezzi di guerra; che svuotano le istituzioni repubblicane del loro ruolo e delle loro funzioni di presidio costituzionale in favore degli interessi delle banche e dei grandi gruppi di potere finanziario; che impongono leggi elettorali aberranti e incostituzionali che falsano la proporzionalità del risultato del voto popolare, utilizzando distorsioni quali l'impedimento ad esprimere preferenze, premi di maggioranza e soglie di sbarramento sempre più alte.
I violenti sono gli stessi che in questi anni - nelle forze politiche di maggioranza e all’opposizione, nei consigli di amministrazione della banche e delle industrie pubbliche e private, nei salotti e nei clubs - stanno portando a termine il progetto piduista di indebolimento e distruzione della Costituzione, ultimo baluardo di difesa contro la deriva autoritaria e la repressione politica organizzata su scala di massa.
I violenti sono gli stessi che vorrebbero trasformare la nostra Repubblica da parlamentare a presidenziale, eseguendo a livello nazionale gli ordini dei finanzieri internazionali (come auspicato dalla J.P. Morgan), attaccando la Costituzione mediante lo svuotamento del suo contenuto e cancellando oltre un secolo di conquiste del movimento dei lavoratori e di lotte popolari contro l'oppressione.
I violenti sono gli stessi che cancellano la democrazia dai luoghi di lavoro con l’esclusione della rappresentanza dei lavoratori costituzionalmente disciplinata, accettando solo quelle organizzazioni sindacali che si piegano all’arroganza e alla prepotenza del potere economico e finanziario, emarginando ancora una volta chi non è concorde e chiede il concreto rispetto della Costituzione.
I violenti sono gli stessi che negano la presenza in Valle Susa delle organizzazioni criminali di stampo mafioso (Bardonecchia primo comune del nord Italia commissariato per mafia nel 1995) e il legame tra queste ed alcune aziende coinvolte nella questione TAV.
È ora di riconoscere la violenza e di porvi fine, organizzando la controffensiva contro quanti vorranno proseguire a garantire i privilegi di pochi ai danni del bene comune, contro quanti continuano a mascherare la lotta per la democrazia e i diritti costituzionali di tanti comitati cittadini dietro le accuse di “eversione” e “terrorismo”. Noi consideriamo eversione e terrorismo affrontare il conflitto sociale - di cui la Costituzione è garante, regolatrice e risolutrice - come una questione di ordine pubblico, per sostituire il dialogo e il confronto con il manganello in casa e la guerra imperialista all’estero; far assurgere il razzismo a principio del proprio agire politico e istituzionale, o sostenere in qualsiasi modo organizzazioni neofasciste come Casapound e Forza Nuova; allontanare sempre più dalla pensione intere generazioni di lavoratori e gettare nella disoccupazione e nella mala-occupazione milioni di persone con la semplice firma di una legge o la non firma di un contratto, schiacciando un pulsante da uno scranno in Parlamento o dalla tastiera di un ufficio di consulenza, determinando macelleria sociale e aizzando la guerra tra poveri.
Non sono forse queste le autentiche eversioni, l’autentico terrorismo, la vera violenza? Non sono forse loro gli eversori e i terroristi, coloro che sono volontariamente colpevoli dell’impoverimento, istupidimento, divisione e sottomissione dei cittadini sempre più preoccupati, confusi e spaventati? Per queste ragioni, compagne e compagni della Val di Susa, siamo con voi e con il vostro percorso di lotta civile, culturale e nonviolenta.
Siamo convinti che quella attuale sia una fase reazionaria in sviluppo costante: il Governo e la maggioranza del Parlamento, con il silenzio del Presidente della Repubblica, si apprestano a irreggimentare e ostacolare il diritto dei cittadini ad organizzarsi in associazioni, movimenti e collettivi di protesta. Seguirà inevitabilmente l’estensione e l'inasprimento del controllo e della repressione verso tutti i soggetti antifascisti oggi attivi in Italia - movimenti per l’acqua bene comune, movimenti studenteschi e gruppi di lavoratori in lotta, organizzazioni sindacali e di partito che si ispirano ai valori della Resistenza, ong militanti, comitati locali, Movimenti NO TAV, NO MUOS, NO DAL MOLIN, NO F35, parrocchie, collettivi, centri sociali, associazioni di volontariato, ecc.
Siamo di fronte, già oggi, all’aggressione violenta ad ogni opposizione sociale e alla criminalizzazione di ogni dissenso.
L'A.N.P.I. non può sostenere in alcun modo e con nessuna sfumatura queste posizioni, anzi, deve attrezzarsi, aggiornarsi e organizzarsi per contrastarle, nel pieno rispetto dello Statuto nazionale.
Nella campagna di mobilitazione in difesa della Resistenza e della Costituzione, è naturale che l’A.N.P.I. stringa e rinnovi alleanza con tutti i soggetti antifascisti e in lotta per i diritti costituzionali e sociali, incluso il Movimento NO TAV, come già indicato anche dal Partigiano Don Andrea Gallo.
Perciò, oggi più che mai tutti questi soggetti antifascisti devono lavorare insieme per unire le proprie forze, sia per coordinarsi e acquisire nuova consapevolezza come “continente” e non più “arcipelago”, sia per moltiplicare le esperienze e sia per fornire ai propri militanti una più ampia e profonda interpretazione della realtà dei fatti: realtà oggi nascosta, manipolata e deformata dai mezzi di comunicazione in funzione degli interessi dei mandanti, anziché del popolo sovrano. Oggi più che mai, è necessario ampliare il fronte di mobilitazione, unica possibilità di aumentare la partecipazione dei cittadini alle lotte esistenti sui nostri territori: è una questione di libertà e di democrazia.
A questo fine, anche all'interno dell'A.N.P.I., dobbiamo sviluppare una "coscienza di rete", per maturare la militanza antifascista come un percorso di formazione permanente nella lotta: bisogna coinvolgere attivamente più cittadini possibili per riconquistare i diritti perduti in questi anni di restaurazione autoritaria della vita collettiva, fondata sulla trasformazione dei cittadini in sudditi consumatori, silenziosi e inconsapevoli perpetuatori delle logiche del mercato, anche in violazione dei diritti fondamentali degli esseri umani e senza alcuna cura dell'equilibrio naturale dell'ecosistema Terra, a cui il Club di Roma guidato da Aurelio Peccei, intellettuale antifascista torinese che subì le torture nel famigerato carcere di via Asti, aveva già messo in guardia il mondo nel 1968 con gli studi pubblicati nel libro "I limiti della crescita" e che oggi si stanno inesorabilmente realizzando.
Siamo in emergenza economica, sociale, culturale, ambientale e civile: ogni ambito della nostra esistenza - materiale e spirituale, personale e territoriale, lavorativo e familiare, individuale e collettivo - è attraversato e permeato dalle contraddizioni dell’incertezza e dall’insicurezza: ecco perché il degrado morale e intellettuale dilaga ed è in aumento la diffidenza e l’allontanamento dalla politica e dalle istituzioni.
È tempo di abbandonare ogni ambiguità e reticenza, inaugurando una nuova stagione di lotta antifascista senza collusioni con i portavoce del potere e i responsabili del disastro economico, culturale, sociale e politico in cui versa la Repubblica.
È giunta l'ora di schierarsi e di parteggiare per la libertà, la Costituzione, la democrazia, per riconquistare la sovranità popolare.
La riscossa del nostro popolo sarà possibile solo mediante la scoperta, la difesa e la riappropriazione dei beni comuni, praticando una nuova resistenza nonviolenta che tragga linfa vitale dalla memoria della Guerra di Liberazione dal nazifascismo e dall'impegno militante antifascista nei presidi sui territori e nella comunità che già stanno combattendo.
Noi dell'A.N.P.I. rinnoviamo l'impegno antifascista e ci schieriamo pubblicamente al fianco di tutti coloro che oggi, al netto di impropri parallelismi e assurdi richiami al terrorismo, lottano con lo spirito della Guerra di Liberazione per la concreta realizzazione di una società altra e possibile.
Chi semina terrore e violenza, raccoglie dissenso e rivolta.
Abbiamo l’arma più potente dalla nostra parte, la Costituzione antifascista: deve ancora essere attuata, usiamola, rendiamola fatto compiuto; non permettiamo ai comitati d'affari che siedono in Parlamento – e per effetto cascata, nei nostri territori periferici - di portarcela via eseguendo gli ordini di chi vorrebbe il ritorno dell’autoritarismo e della dittatura al potere in tutta l'Europa.
Noi siamo per lottare uniti nel rispetto delle reciproche diversità. Abbiamo da guadagnarci tutto un mondo.
Fraterni saluti, un abbraccio caloroso!
Nella memoria l’esempio, nella lotta la pratica!
Firmato:
Direttivo Sezione A.N.P.I. "G. Peirolo - F. Ferrario" Bussoleno - Foresto – Chianocco (TO) Comitato di Sezione A.N.P.I. "G. Perotti MAVM - A. Appendino" di Torino, Nizza Lingotto (TO) Comitato di Sezione A.N.P.I. “68 Martiri” Grugliasco (TO)