I martiri della Clarea

Nonostante la pioggia e il brutto tempo, circa un’ottantina di persone si sono date appuntamento questo pomeriggio al “Campo della Memoria”, nei pressi della baita Clarea, per ricordare la 115° Brigata garibaldi “Bruno Peirolo”, di stanza in Clarea tra il ’44 e il ’45 e lo studente chiomontino Ezio Remolif trucidato dai tedeschi alla Maddalena il 27 aprile 1945.

 

In ricordo degli avvenimenti del ‘45 sono state poste due targhe frutto del lavoro di alcuni scultori alto-valsusini e, grazie alla ricostruzione e al lavoro di recupero storico portato avanti dal comitato no tav Alta Valle di Susa, i presenti hanno potuto conoscere i fatti legati alla Resistenza partigiana portata avanti in quei luoghi.

Dopo il pranzo condiviso presso la baita di lamiera, sempre più accogliente ed utile a monitorare lo spreco del cantiere, la cerimonia di inaugurazione delle targhe è stata preceduta da un applauditissimo spettacolo teatrale a cura di Artemuda. Gli ormai noti Black Orso e Block Cornelia hanno ben descritto il ridicolo del progetto della Stazione Internazionale di Susa e hanno ben raccontato i fatti che hanno segnato quei luoghi nei non lontani anni della guerra di Liberazione. A seguire i canti partigiani hanno scaldato la umida conca del Clarea, indirizzando un messaggio chiaro ed udibile alle truppe d’occupazione a pochi metri di distanza, ansiose nel seguire i movimenti dei presenti.

All’evento ha partecipato la sezione A.N.P.I. di Bussoleno-Foresto-Chianocco, esponendo la bandiera di quella Brigata, la 42° Garibaldi “Walter Fontan” che ha calcato i sentieri di quelle montagne e che già in molte occasioni recenti ha accompagnato le più varie iniziative di lotta in quei luoghi. La sezione ha voluto ribadire ancora una volta la necessità di essere coerenti con quei valori e quegli ideali per i quali molti giovani Partigiani hanno dato la vita. Gli stessi ideali che si possono ritrovare nel Movimento No Tav, che ha deciso di combattere (e non di solo denunciare) un sopruso di stampo tipicamente fascista sulla valle e sulla gente, e che descrive un quadro emergenziale che si compone di tanti piccoli episodi di gestione delle proteste diffusi su tutto il territorio nazionale, risolti di fatto quotidianamente con la repressione violenta del dissenso da parte dello Stato. Erano presenti anche diversi studenti valsusini che hanno espresso preoccupazione rispetto alla situazione attuale dell’istruzione e sdegno verso gli episodi dell’azione nazifascista che, in quel luogo, appena 70 anni fa, hanno causato la morte di un giovane studente come loro, Ezio Remolif, ribadendo il concetto che vuole nell’essere antifascisti un modo attento di costruire il futuro di tutti, un modo che in Valle di Susa passa per forza dalla Val Clarea.