Si è svolto oggi in quel di Grugliasco il dibattito “Emergenza democratica in Valle di Susa – Tav e Costituzione” organizzato dalla locale sezione ANPI 68 martiri. L’evento aveva lo scopo di fare conoscere la situazione di pesante repressione ed intimidazione dello stato nei confronti del movimento No Tav, aveva lo scopo insomma di informare coloro che ignorano ciò che realmente succede nella valle che Resiste e che i media volutamente ignorano, di fatto limitando la conoscenza chi, per un motivo o per l’altro non può vedere con i propri occhi ciò che i Valsusini vivono costantemente da anni.
Ecco la cronaca che Paola Meinardi a riassunto durante la giornata di confronto e pubblicato sul suo blog “Valchirie.blogspot.com”
H 10
Cominciamo con l’introduzione dell’ANPI Grugliasco. Il tema è il Tav visto dalle sezioni ANPI. Un tema che l’associazione nelle sue dirigenze provinciali, regionali e nazionali ritiene di “non competenza” ma che, invece, parte della base non solo ritiene di competenza ma anche prioritario. Fulvio Grandinetti (ANPI Grugliasco) ha aperto la giornata di lavori ricordando la Costituzione nata dalla Resistenza e con la proiezione di un video muto che illustra lo stato dei lavori al cantiere Tav della Maddalena a fine 2012.
H 10,30
Salgono sul palco i relatori: Ugo Berga, partigiano e commissario politico della 106esima Garibaldi, Mario Solara ANPI Bussoleno, Claudio Giorno (storico del movimento anti-Tav) e Sandro Plano, presidente della Comunità montana valle Susa.
Ugo Berga ricorda il grugliaschese don Caustico, fucilato con altri 67 antifascisti il 30 aprile 1945″ La Resistenza era fatta di due componenti: quella spontanea della popolazione e quella politica, entrambe volte a rovesciare il regime fascista – ha detto Berga – Noi siamo molto fieri della Resistenza italiana ma la nostra resistenza è nata molto tardi rispetto ad altri Paesi in cui si lottava già da due o tre anni. Alcuni dei no Tav dicono siamo i nuovi partigiani e il parallelismo in effetti c’è. La nascita del movimento è popolare anche se non c’è un movimento politico che lo anima. Tutti i partiti, con pochissime eccezioni, si sono schierati a favore del Tav. Sono tutti per la democrazia e per il popolo sovrano ma quando poi il popolo sovrano contesta qualcosa allora il popolo sovrano è già meno sovrano”.
Grandinetti chiede a Ugo se è preoccupato per il futuro. “Ci sono ragazzi di 25 o 30 anni precari e senza futuro, con lavori saltuari. Vivono con l’aiuto dei genitori o dei nonni. Ma quando
avranno 45 o 50 anni e non avranno niente cosa succederà?” risponde il partigiano.
Prima di proseguire si proietta un filmato della Rai (servizio de L’ultima parola) in cui si dice che l’ordine pubblico per il cantiere Tav costa 90mila euro al giorno.
Claudio Giorno: “Per il 25 aprile sarò a Marzabotto dove là esiste medesima polemica nata qua: si può paragonare la Resistenza al movimento No Tav in Val di Susa? Quando abbiamo
cominciato la lotta contro il Tav pensavamo che saremmo rimasti quattro gatti perché si prospettava una lotta titanica contro interessi giganteschi e contro la mafia che dei grandi cantieri si
nutre. Per noi era importante testimoniare in valle di Susa per queste ragioni e anche perché in un posto come il Piemonte e la valle di Susa è necessario parlare di mafia e di criminalità
organizzata e della matrice di tante opere inutili e imposte. Se qualcuno ancora oggi pensa che la nostra sia la lotta contro un treno o contro il progresso o non ha capito niente o è in
malafede”.
Ancora un video. L’irruzione violenta delle forze dell’ordine in un bar del Vernetto di Chianocco contro i manifestanti durante le manifestazioni no Tav del febbraio 2012 -YouReporter-Introduce
il tema della repressione violenta del dissenso.
Grandinetti: “Dopo il 2005 non si può dire che non esista un’emergenza democratica in Val Susa. È chiaro che l’ANPI non si occupa di treni ma qui il tema non è il treno ma i
diritti dei cittadini e l’ANPI non può prendere posizione. L’ANPI non è No Tav o Si Tav ma è si Costituzione”.
Mario Solara: “L’Anpi Bussoleno, ma non solo, sostiene questa posizione anche perché nel 2005 sono stati gli stessi partigiani a partecipare con noi alle manifestazioni popolari,
perché abbiamo scelto da che parte stare, perché ricondurre tutto alla volontà di fare un treno è ingiusto e fuorviante. In questo momento di crisi, ripensare alla tipologia di investimenti ci
sembra opportuno e poi, soprattutto, ci siamo schierati per la gestione dell’ordine pubblico e per la repressione pesante in ogni occasione in cui c’è una qualsivoglia forma di protesta. Non si
può pensare di portare avanti un’opera pubblica in questo modo”.
Sandro Plano per le istituzioni: “Stiamo vivendo un momento di totale idiozia politica e sociale. La valle di Susa tante volte è stata udita ma mai ascoltati. Siamo in torto dal
punto di vista della democrazia, dunque, essendo minoranza ma io credo che, visto lo sfacelo della attuale politica, dove ci sono inquisiti e condannati e dove si vota che Ruby è la nipote di
Mubarak, siamo nel giusto. Quando mancano gli argomenti di ricorre alla polizia e alla magistratura e nel nostro caso è lapalissiano. Io sono iscritto a un partito che ha tentato più volte di
espellermi e che fa diversi pesi e diverse misure a seconda degli iscritti. Avere la maggioranza non vuol dire avere la verità in tasca. Qualche senatore continua a fare pericolosissimi
accostamenti tra no Tav e terrorismo. C’è una differenza enorme. Terrorismo vuol dire aspettare qualcuno dietro un angolo, sparargli e scappare. I nostri ragazzi protestano a volto più o meno
scoperto ma non fanno cose del genere”.
H 12
Cambio relatori. Sul palco: Giacomo Gorgellini ANPI Nizza-Lingotto, Gianna De Masi, Mariangela Rosolen, Mauro Marinari (sindaco di Rivalta di Troino).
Gorgellini: “La nostra sezione aderisce con appelli e militanza alla lotta No Tav proprio basandosi sulla Costituzione perché crediamo che questa emergenza democratica sia reale
e l’abbiamo vissuta anche sulla nostra pelle”.
Marinari: “Noi siamo un’esperienza civica e non dobbiamo seguire la linea di nessun partito. Questo ci permette la libertà di essere vicini ai nostri cittadini, di tutelare il
paesaggio e di contrastare eventuali scelte non condivise e calate dall’alto. Portiamo avanti i nostri principi, valori e obiettivi tra cui la lotta al Tav poiché richiama un modello di sviluppo
perdente e crescista a tutti i costi che a noi non interessa. La Resistenza ci ha lasciato un’eredità importante che occorre recuperare per lasciarla alle giovani generazioni”.
H 12,45
Si parla di acqua pubblica, anche partendo dal rischio delle falde in valle di Susa, poiché anche la battaglia per l’acqua pubblica c’entra con la democrazia.
Giunti: “Quella che viene attuata adesso, contro la cultura, l’istruzione e l’ambiente non è una politica miope. È una politica che ci vuole schiavi e non esseri pensanti e
liberi. È dunque una politica lungimirante ma sbagliata”. Giunti chiude citando un articolo che la Costituzione non ha ma su cui la Costituente ha lungamente dibattuto: “La resistenza
individuale e collettiva, agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino. Giuseppe
Dossetti. Proposta di articolo 3″.