Si è svolto lo scorso weekend alla presenza del presidenta nazionale dell'ANPI, Carlo Smuraglia, l'annuale Conferenza Organizzativa Provinciale dell'ANPI di Torino. La nostra sezione ha portato un contributo con i nostri tre delegati. Siamo intervenuti con una nota che ha illustrato alcune osservazioni ed alcune richieste che riteniamo essere particolarmente importanti
Qui di seguito il testo del nostro intervento:
Vogliamo approfittare di questo tempo che ci è concesso per approfondire alcune tematiche e riflessioni che ci stanno particolarmente a cuore e di cui abitualmente discorriamo nelle riunioni
di sezione.
L’esautorazione delle popolazioni nei percorsi decisionali è una questione estremamente importante. Da tempo ormai le decisioni vengono prese senza considerare le volontà dei cittadini. Tutto
è demandato a centri di potere estremamente distanti dal popolo. Tale distanza non consente di obiettare eventuali dissidenze sul percorso decisionale. Tutto è dato per deciso, irrinunciabile ed
immutabile, quasi si parlasse delle tavole della legge.
Mai come oggi è necessario invertire questa tendenza al distacco. Oggi più che mai i cittadini devono essere ascoltati da quei politici, pochi per il vero, che ancora si sforzano di
ascoltare. Purtroppo il rimanente è assiduamente impegnato a concordare, talvolta anche con la malavita, i propri interessi sulla testa dell’intera comunità, come ad esempio nel caso
dell’assessore della regione Lombardia a disposizione degli ‘ndranghetisti per quattromila voti.
C’è voglia da parte del popolo di contare maggiormente e di non accettare bovinamente scelte scellerate. La nuova stagione dell’ANPI, per la nostra sezione, deve assolutamente favorire questo
percorso e deve saper cogliere le istanze che anche le nuove generazioni chiedono con forza per non lasciare quelle energie in mano a forze xenofobe e fasciste che tentano sempre di cavalcare il
malcontento popolare.
Per favorire questo percorso di crescita individuale e collettivo occorre, a parer nostro, uscire dalla fase delle sole commemorazioni, per giuste ed importanti esse siano. Uscire allo
scoperto e schierarsi, parteggiare diventa assolutamente fondamentale e pagante. La nostra sezione che da tempo non si limita solo a comunicati scritti, commemorazioni e momenti istituzionali ha
implementato in maniera considerevole i propri iscritti. Per un valore di circa + 30 %.
La gente chiede coerenza e pretende onestà, soprattutto nei comportamenti della nostra associazione, per molti divenuta solo commemorativa. Sta a noi ribaltare questa distorta visione di
cos’è l’ANPI. In Valsusa non possiamo e non vogliamo esimerci dallo schierarci a fianco della popolazione in lotta. Non riusciamo, nostro malgrado, ad essere Iscritti ANPI ed
antifascisti a giorni alterni. Nel senso che non ci si può snaturare rinunciando ai propri principi di libertà ed uguaglianza solo perché tutto è già stato deciso o perché il
regolamento ANPI non lo prevede. Noi su questo punto non faremo mezzo passo indietro. In Valsusa la gente comune non si dissocia da ciò che li accade e c’è da chiedersi come mai. Di certo non
aiutano politantucoli isterici che sanno solo gettare benzina sul fuoco, fatto salvo poi essere smentiti dalla Questura.
Lo schierarsi a priori contro quelli che vengono definiti “violenti” è deleterio, poiché, spesso, proprio quei violenti, dopo essere stati messi alla gogna, privati delle proprie libertà
personali, vengono scagionati dall’approfondimento delle indagini, come per altro accaduto ad alcuni compagni, tesserati anch’essi all’ANPI. Come ANPI non possiamo commettere questi errori. La
storia lo insegna. Ricordiamoci sempre degli antifascisti e dei partigiani incarcerati o al confino.
Dobbiamo uscire dalle logiche imposte dal conformismo imperante in questi nostri tempi. Saper distinguere diventa fondamentale ed indispensabile. Come per esempio saper scindere tra aggrediti
ed aggressori. C’è chi attacca e chi si difende e il confine tra le due cose non è sempre così definito e chiaro. Entrambi possono essere talvolta definiti violenti, ma tra essi esiste una
differenza sostanziale. Pur essendo un periodo storico assolutamente diverso ed una situazione assolutamente drammatica, non rapportabile in alcun modo con
quella attuale, ricordiamoci che i nostri Partigiani ai loro tempi fecero la Resistenza non con i fiori.
Su questi temi non ci possono essere chiusure o tabù di sorta per i quali diventa impossibile, in questa associazione, parlarne apertamente. Solo con un confronto serrato e leale possiamo
pensare di parlare di nuova stagione dell’ANPI. Ricordiamo che sono questi i temi cari al popolo ed a i giovani che si apprestano a vivere la loro esperienza politica e militante. A loro non
interessano le ragioni ed i conti del partitucolo di turno ma le istanze e le necessità della vita quotidiana sempre più difficile da vivere dignitosamente. Il deprimente vuoto politico che vige
tutt’ora in Italia ha nauseato e chiede di essere colmato da una presa di coscienza reale, effettiva e intransigente.
Chiediamo al Presidente Provinciale di farsi promotore di questo percorso di crescita e di consapevolezza. Per ciò che concerne invece l’antifascismo, chiediamo a gran voce, visto
l’imperversare e l’aumento della crescita di realtà revisioniste e fasciste: Forza Nuova, Casapound ed altre che l’ANPI provinciale faccia un ulteriore sforzo. Chieda a tutti i livelli la
chiusura di ogni spazio e di ogni locale di dichiarata appartenenza nazifascista, nelle sedi che ritiene più opportune e sostenga apertamente quei militanti che con la propria persona cercano di
contrastare l’avanzata, neppure troppo velata di questi gruppi fascisti e xenofobi.
Ora e sempre Resistenza!!!