ANPI E TAV TORINO-LIONE
L’ANPI Provinciale di Torino, sin dal dicembre 2005, si è più volte espresso sulla vicenda della TAV Torino - Lione. In particolare:
- Nel documento politico del 14° Congresso Provinciale (17-18 dicembre 2005) si sostiene che “i grandi investimenti pubblici debbono venire realizzati attraverso il preventivo e reale coinvolgimento delle popolazioni e delle Istituzioni locali”.
- Il successivo documento del 15° Congresso provinciale (15-16 gennaio 2011), senza entrare nel merito della progettualità dell’opera, auspica un “confronto dialettico che percorra ed esamini tutte le possibili opzioni”.
- Un successivo nostro comunicato del 30 maggio 2011, definisce “impensabile ed antidemocratico ritenere di risolvere con la forza la contestata controversia ed in pari tempo impedire con atti di violenza – di ogni provenienza – qualsiasi soluzione”. Inoltre, rivolge un appello ai rappresentanti istituzionali ed a tutte le forze politiche e sindacali democratiche “affinché attraverso il confronto si possa raggiungere una soluzione condivisibile”.
- Di fronte al ripetersi di atti di violenta intolleranza nei confronti di un Magistrato, il 22 febbraio 2012, l’ANPI Provinciale esprime la propria totale disapprovazione e condanna di tali atti quali espressione di aperta violazione della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza.
A conclusione di questo lungo iter vanno ricordati ancora il Comunicato stampa dell’ANPI Regionale del Piemonte del 2 marzo 2012 e le notazioni del Presidente Nazionale ANPI, Carlo Smuraglia, comparse su ANPI News n. 27 del 13/20 marzo 2012 e n.28 del 20/27 marzo 2012.
- Il documento Regionale ANPI esprime condivisione per le posizioni assunte dal Provinciale di Torino e auspica che “il Governo, con senso di responsabilità, non si limiti ad imporre l’opera ed a ribadire la validità di una scelta pregressa … si faccia promotore dell’avvio di un percorso di confronto e di ascolto con tutte le realtà interessate e disposte al dialogo”.
- Il Presidente Carlo Smuraglia ribadisce che l’ANPI non prende posizione né esprime giudizi nel merito di un’opera così contrastata. Condanna la violenza – verbale o fisica - e si esprime per il dialogo ed il confronto. “Noi siamo sempre dalla parte dei diritti, ma con la nostra autonomia e le nostre posizioni, noi non possiamo né dobbiamo essere organici con chicchessia”
L’ANPI Provinciale di Torino constata con preoccupazione come le tensioni che coinvolgono la Valle di Susa ormai da molti anni, abbiano attualmente raggiunto un livello di guardia estremamente pericoloso per la società civile. La vicenda non può essere ridotta solamente ad un problema di ordine pubblico e risolta con provvedimenti in tal senso o con imposizioni unilaterali che, dietro ai termini di “dialogo e confronto”, si richiamino di fatto a decisioni già assunte in modo inappellabile.
In considerazione di quanto precedentemente espresso e tenuto conto del dibattito articolato che si sta sviluppando all’interno alla nostra Associazione,
l’ANPI Provinciale di Torino:
- Ribadisce – in linea con il Documento Congressuale nazionale – il proprio ruolo di custode della vicenda storica attraverso la quale l’Italia è riuscita a passare dal totalitarismo alla democrazia e di coscienza critica del Paese, per ridare ai cittadini fiducia e speranza, per la difesa e la piena attuazione della Costituzione.
- Rileva come il percorso di proposizione dell’opera sia stato caratterizzato all’origine - come riconosciuto dallo stesso Commissario straordinario del Governo Mario Virano - da un deficit di gestione democratica che non può essere passato sotto silenzio. In questo senso il movimento di protesta espresso dalle Istituzioni e dalla popolazione della Valle va guardato con attenzione e con il dovuto rispetto, come espressione legittima di un malcontento diffuso nei confronti di un’opera vissuta come “imposta dall’alto” senza un effettivo coinvolgimento. Va anche ricordato come proprio l’impegno attivo del Movimento abbia consentito di respingere e modificare lo sciagurato progetto iniziale che prevedeva il traforo del Musiné, notoriamente zona pericolosa per la presenza accertata dell’amianto.
- Conferma, senza ambiguità ed in risposta a parallelismi e richiami impropri all’esperienza storica della Resistenza e dell’ANPI, la presa di distanza da forme di violenza che non appartengono alla democrazia. Tali forme rappresentano l’espressione di gruppetti minoritari che perseguono obiettivi diversi e che danneggiano le manifestazioni legittime del dissenso dei cittadini; l’ANPI chiede pertanto al Movimento espresso dalla Valle di dissociarsi ed isolare queste frange.
- Chiede, in pari tempo, che le autorità - ai vari livelli - non tollerino, anche al proprio interno, forme di reazione violenta nei confronti di legittime manifestazioni del dissenso, non coerenti con il dettato Costituzionale.
- Ribadisce di non volere assumere una posizione o formulare giudizi nel merito del progetto della TAV Torino – Lione, non essendo l’argomento di competenza dell’ANPI e coesistendo, tra l’altro, opinioni diverse all’interno dell’ Associazione.
- Ritiene tuttavia opportuno un dialogo, da più parti sollecitato, sull’investimento TAV, che tenga conto dell’attuale contesto economico-sociale e dello scenario conseguente alla crisi globale che stiamo vivendo. Il confronto dovrà vedere il coinvolgimento reale di tutte le parti interessate senza alcuna pregiudiziale e senza premesse iniziali definite come “indiscutibili”.
Il Comitato Esecutivo
dell’ANPI Provinciale di Torino
Diego Novelli
Torino, 27 marzo 2012